Oggi ho voglia di tergiversare...di mettere da parte i tessuti ecologici e il loro modo di essere rispettosi nel mondo, e di parlare di vita comune.
Alle volte mi focalizzo sulle abitudine quotidiane di molte persone, e noto che mi è molto difficile tacere. Qualche volta lo faccio, ma col caratteraccio che mi ritrovo, fatico...
Penso a come si alimenta la nostra società, la maggior parte perlomeno, abituata a bere coca-cola, caffè a gogò, schifezze chimiche di tutti i generi, e poi?
Poi succede che la conseguenza potrebbe essere una "qualche malattia", un qualche "sintomo"...Che puntualmente DESTABILIZZA, SPAVENTA, e non si collega tutto il comportamento scorretto tenuto fino a prima, con questo risultato.
E si comincia ad avere PAURA.
Prima no, finchè si mangiavano zuccheri raffinati, o proteine animali nutrite con antibiotici, no. Ora che è arrivato il "patatrac", sì.
Non ci rendiamo conto mai di come la malattia è nostra responsabilità, di come siamo noi che allontanandoci sempre più dalla retta via, facciamo in modo che il nostro corpo, e tutti i livelli del nostro essere, ci dicano che stiamo sbagliando qualcosa ( evito di considerare anche l'ambiente inquinato intorno a noi, che so essere causa anch'esso, ma in questo momento mi soffermo su altro).
Allora, perchè invece di apprezzare il fatto che abbiamo questi campanellini d'allarme, ci disperiamo? Perchè non impariamo ad ascoltarli quando sono piccoli? Tendenzialmente attendiamo la sirena, per poi piangerci addosso e definirci "sfigati".
Credo che se cambiasse in ciascuno di noi il modo di porsi nei confronti dei segnali che ci diamo, tutto sarebbe diverso.
Siamo padroni di quello che siamo, di quello che decidiamo, e produciamo la nostra vita, giorno per giorno.
In continuazione diamo ascolto alle pubblicità, diamo ascolto al mondo intorno a noi che ci dice che dopo i 40 anni siamo vecchi, noi donne ai 50 in menopausa dobbiamo avere l'osteoporosi e il bisogno di prendere estrogeni.
E noi ascoltiamo, ci pieghiamo al volere degli altri, senza ragionare e capire che forse tutto ciò è innaturale.
Quante donne che nella loro vita si sono nutrite nella maniera più corretta, evitando latticini, evitando proteine animali, che nella digestione rubano calcio alle stesse ossa, ora si ritrovano in menopausa con l'osteoporosi? Io non credo molte.
Oltre al fatto che comunque la menopausa è un passaggio della nostra vita, lo dobbiamo accettare come tutti gli altri. Non ci renderà MENO DONNE.
Il concetto che volevo far intendere, che dentro di me risuona forte e chiaro soprattutto in questo periodo della mia vita, è che dovremmo capire che siamo PIU' di quello che pensiamo.
Siamo in grado di esserci utilissimi, indispensabili molte volte, anche da soli.
E il fatto che spesso molte persone si ritrovano a dipendere da altri, da medici, o da qualunque altra persona si pensa essere più preparata di noi stessi, anche per un nonnulla, beh, vorrei dire proprio a queste persone che sarebbe bello se riuscissero a guardarsi dentro, ad ascoltarsi sinceramente.
Troverebbero probabilmente molte risposte chiare, primitive, senza doversi affidare a strumenti a volte inaffidabili.