Eccomi arrivata qua, a scrivere qualche mio pensiero in
questa sorta di diario…L' intenzione è quella di parlare un po’ di natura,
e del suo rapporto anche con quello che indossiamo, che di naturale ha sempre meno…Parliamo di tessuti, di natura, di profumi...di vita.
Questi purtroppo sono gli anni della produzione selvaggia, soprattutto nel
tessile….dove si è persa l’armonia del manufatto creato in maniera artigianale, generato e coccolato con tutte le accortezze del caso….Ora purtroppo si osserva
molto,
troppo il prezzo delle cose ( e si sa…con i tempi che corrono…molte
volte non si hanno alternative…), ma credo che dovremmo rieducarci…e ricominciare a volerci bene anche con quello che ci mettiamo addosso!
E per cominciare in bellezza, vi parlerò dell’ortica, e del
tessuto che si può ottenere ( ma anche da noi?? E chi l’ha mai visto nelle
composizioni??) dai cui fusti si ricava un’eccellente fibra
tessile,che costituisce una grande risorsa, data la sempre crescente richiesta
di tessuti naturali, a basso impatto ambientale. Le specie di questa pianta
utilizzate a questo scopo sono diverse.
In Europa, e in particolare in Italia viene utilizzata l'ortica nostrana, (Urtica dioica) un’erba perenne alta fino a
150 cm con fusti eretti e molto robusti. E' l'ortica comune, una
pianta infestante che cresce spontanea dalle pianure fino a 700 metri di
altitudine. Tutta la parte aerea della pianta è interamente rivestita da peli
urticanti che contengono acido formico ed istamina. Le foglie sono cuoriformi
di colore verde scuro, i fusti sono forti, quadrangolari
e cavi.
Dall’ortica si fabbricano ottimi filati sottili e flessibili che risultano
anche forti e tenaci. La fibra di ortica è morbida, resistente e traspirante
come il lino, brillante come la seta. E’ una fibra naturale biodegradabile al
100% che possiede anche proprietà antistatiche. Il fusto cavo conferisce
proprietà termoregolatrici. La fibra può avere funzioni diverse a seconda di
come la si torce. Se viene molto attorcigliata su se stessa, ostruendo
completamente la parte cava che trattiene l’aria, la fibra assume
caratteristiche simili al cotone. Mentre se attorcigliata poco, l’aria rimane
all’interno della fibra e il tessuto che se ne ricava protegge dal freddo come
la lana.
Attualmente, in Italia, in base ad un progetto della Regione Toscana, nella
provincia di Firenze presso il CNR in collaborazione con il Dipartimento di
Farmacia, sono in corso prove sperimentali sulla coltivazione della pianta,
sulla fibra e sui processi di filatura. E si stanno provando alcuni metodi di
estrazione sia naturali sia chimici.
Ci sono varie testimonianze sull’utilizzo dell’ortica a scopo tessile sin
dall’Età del bronzo. Dall’antica Roma all’età napoleonica, molti tessuti
venivano fatti con l’ortica. Poi l’uso di questa fibra tessile vegetale venne
trascurato per un periodo piuttosto lungo, per essere poi riscoperto nel primo
dopoguerra.
Attualmente in Italia stanno tornando i tessuti di ortica o di ortica misto
cotone, con i quali vengono realizzati capi di abbigliamento, tappeti, cuscini,
rivestimenti interni per auto ecc.
Sono tessuti ipoallergenici ed ecosostenibili, visto che la pianta dell’ortica
non necessita di trattamenti chimici per crescere e svilupparsi, e per estrarre
la fibra si possono adoperare anche metodi del tutto naturali, senza l’uso
sostanze nocive per l’ambiente e per l’uomo.
Diciamo che però, l'interesse per le fibre vegetali resta
scarso.
Troveremo l’ortica anche nei nostri
armadi sotto forma di magliette o abiti? Lo speriamo, perché sembra che il risultato sarebbe molto interessante…